Il cioccolato fondente migliora la memoria

by Patrizia Biancucci
Il cioccolato fondente migliora la memoria? Pare di si, e il miglioramento sarebbe dovuto non tanto al cacao quanto ai flavanoli, antiossidanti contenuti in piccola quantità nel cioccolato.
Confermato anche da uno studio, pubblicato su Nature Neuroscience, su 37 persone sane, di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Il gruppo del campione ha bevuto per 3 mesi la miscela contenente 900 mg di flavanoli riacquistando una capacità mnemonica tipica di una persona di 20/30 anni più giovane, a differenza di quelli che ne hanno assunta una quantità inferiore di 10 mg.
La maggiore attività cerebrale dell’ippocampo, coinvolto nei disturbi di memoria associati all’età, sembra legata al maggior flusso di sangue al cervello o alla crescita delle cellule neuronali, deputate a ricevere messaggi e a formare i ricordi. Purtroppo tali effetti positivi non si rilevano nei malati di Alzheimer, nei quali al massimo si potrebbe ritardare la perdita di memoria con l’assunzione dei flavanoli antiossidanti.
E allora se, col passare del tempo, il corpo cambia e la mente invecchia, la memoria inizia a giocare qualche scherzo e non ricordiamo il volto di una persona appena conosciuta, giriamo a lungo per ritrovare la macchina parcheggiata o ci accorgiamo di altri piccoli segni di carenza mnemonica, dobbiamo diventare golosi di cioccolata?
I ricercatori della Harvard Medical School di Boston dicono che bere due tazze di cioccolato caldo al giorno è un buon modo per mantenere il cervello in salute, soprattutto se si abbiamo più di 70 anni. Ma a condizione di essere “sani” e soprattutto di avere la glicemia a posto. Nel diabetico infatti, gli zuccheri semplici sono da evitare, sebbene una piccola quantità di cioccolato amaro al 70% si possa consumare giornalmente senza compromettere la glicemia.
Perché proprio il cioccolato fondente?
Perché la polvere di cacao, ingrediente principale del cioccolato fondente, contiene diversi polifenoli, attivi su vari tipi di batteri che si trovano nell’apparato digerente. Infatti i composti buoni assorbiti dall’organismo diminuiscono l’infiammazione del tessuto cardiovascolare, riducendo così il rischio a lungo termine di ictus.
Dunque, cioccolato si, meglio se fondente, ma … con giudizio!